Review: Man of Steel

"Darai agli abitanti della Terra un ideale per cui battersi; si affretteranno a seguirti, vacilleranno, cadranno... ma col tempo, si uniranno a te nella luce."
Rappresentative sono le parole che il padre di Kal, Jor-El, indirizza al figlio. Il senso intero di Man of Steel si può dire giri attorno ad esse. Questa settimana è uscito al cinema l'ultimo film dedicato a Superman, diretto da Zack Snyder e scritto da David S. Goyer, che va a rilanciare il marchio del primo supereroe di sempre, dopo la parentesi negativa del 2006 di Superman Returns. Non c'è molto da discutere, a conti fatti L'Uomo d'Acciaio è su altri livelli, decisamente altissimi, rivelandosi un capolavoro supereroistico che riesce a mescolare l'azione da cine-comics che si è potuto vedere in The Avengers e il simbologismo che tanto è stato acclamato nella trilogia Batmaniana di Christopher Nolan, il quale tra l'altro ha prodotto e supervisionato anche questa pellicola. Chi ha visto il film, può procedere tranquillamente nella lettura di questa recensione, per gli altri consiglio di stare attenti in quanto ci sarà qualche spoiler, soprattutto riguardo il finale.


Avevo grandi aspettative per questo film, e sono contento di dire che sono state confermate a discapito di quanto capitò per The Dark Knight Rises, di cui non rimasi totalmente deluso, però mi aspettavo qualcosa in più. Man of Steel, invece, incarna esattamente l'ideale di Superman e ne mette in mostra il suo lato più forte, e non riguarda i suoi super-poteri bensì la sua umanità. Perché prima di tutto Superman è umano, sebbene sia nato su un pianeta lontano popolato da esseri decisamente più evoluti rispetto ai terrestri, e questa sua umanità gli è stata trasmessa dai suoi genitori adottivi, Jonathan e Martah Kent, interpretati da Kevin Costner e Diane Lane, che gli hanno insegnato a convivere con i suoi poteri, accettarli e utilizzarli al meglio, per difendere l'umanità e non per suo tornaconto. In realtà, la caratterizzazione dei genitori di Clark è anche molto più complessa, e differente da quella cartacea; non più descritti come i genitori perfetti, ma semplicemente umani, in tutti i loro difetti, e ne è a dimostrazione Jonathan Kent che insegna al figlio di non manifestare i suoi poteri, perché la gente non capirebbe, perché l'umanità non è pronta, ma nel complesso il loro ruolo rimane fondamentale e incisivo sulla personalità del giovane kryptoniano.

Il realismo in Man of Steel è molto presente, non viene tralasciato in nessun aspetto, e viene data la risposta a numerose domande che in una persona qualunque risulterebbe logica, facendo in modo che numerose persone, all'interno del film, vengano a conoscenza dell'identità di Superman (sebbene molti non conoscono il suo vero nome, in fin dei conti). Il dramma di un bambino emarginato che si ritrova con dei poteri ingestibili nemmeno è lasciato da parte, e ancora una volta sono i genitori che fanno in modo che egli impari a gestirli. Ma un bambino del genere, che posto può avere nel mondo? Jonathan Kent non gli dice mai la strada da intraprendere, non lo indirizza, ma gli ricorda sempre che qualunque sia il ruolo che il figlio sceglierà, inciderà moltissimo sull'umanità. "Devi decidere che tipo di uomo vorrai diventare". Il ruolo del genitore non è limitato solo a coloro che lo hanno cresciuto, ma anche ai genitori biologici, in particolare al padre Jor-El, il quale incide definitivamente il carattere di Kal-El e gli ricorda le sue radici kryptoniane dandogli un ruolo ben specifico: far rivivere la loro razza, ma non nella maniera di Zod che punta alla conquista e alla distruzione, ma ricordandone i lati migliori. Prendere il meglio dalla razza umana e quella kryptoniana, e far nascere un popolo migliore, rigoglioso nella conoscenza e di forti ideali morali.

E lì dove i padri giocano un ruolo importante, anche le madri non vengono da meno. Commovente la scena in cui Lara Lor-Van dice addio un'ultima volta al figlio, spedito nello spazio verso il pianeta Terra; anche lei, come Jor-El sa cos'è meglio per il futuro della sua razza, acconsentendo di regalargli un'esistenza che può farlo aspirare a qualcosa di grande mettendo da parte l'amore che prova nei suoi confronti, salvandolo dalla distruzione di Krypton. Martha Kent, invece, rappresenta lo stereotipo della madre amorevole, ma non della martire. Ancora una volta, andando a cercare tra le scene memorabili c'è quella in cui lei, con la casa semi-distrutta, raccatta solo gli album fotografici, esclamando "la casa la potremmo ricostruire, sono solo oggetti", quasi come preservare non solo i ricordi dell'infanzia di Clark, ma la sua umanità. Il film, per chi come me è alla ricerca di dietrologie e simbolismi, è ricco di riferimenti del genere, e forse il più evidente è durante la scena di volo. Impossibile non notare, infatti, l'espressione di Clark quando impara a volare, il suo sorriso, il suo entusiasmo, ancora una volta la sua umanità traspare.


Tuttavia il film, nonostante questi aspetti sono tipici dei classici film lenti, è ricco d'azione. L'intero film, a dire il vero ne è piena. Scene di lotta intense, non confusionarie, accompagnate da degli effetti speciali veramente ben fatti, tali da far sembrare il volo di Superman quasi naturale, così come il resto dei suoi poteri, che - a proposito - ci sono tutti: dalla vista calorifica a quella telescopica, dal super-soffio a quella a raggi x! Forse chi non ama particolarmente i disaster movie e la distruzione che si portano dietro, avrà un po' da ridire con la scia di distruzione che Superman "attira" tra Smallville e Metropolis, ma ricordiamoci che è di Superman che parliamo, e che sta affrontando dei kryptoniani, esseri che posseggono la sua stessa forza. Inoltre non dimentichiamoci che si tratta sempre di un cine-comics, questo susseguirsi di scene d'azione è roba di tutti i giorni nel mondo dei fumetti, ma non per questo è un aspetto che rende la pellicola scadente. Lì dove Avengers peccava di essere solo un film con tutta azione e una trama scarsa, Man of Steel ha quel tocco in più che lo rende un capolavoro di film soprattutto dal punto di vista intellettuale. L'unica pecca, è che sembra che tutto scorra in maniera molto veloce ma, riflettendo su ciò che la sceneggiatura ci riporta e al significato morale che viene dato sull'immagine di Superman, i cosiddetti "plot holes" vanno a farsi benedire, in quanto tutto può trovare un significato logico. Ovviamente, sotto questo aspetto si può trovare lo zampino di Christopher Nolan, in quanto nella stragrande maggioranza dei suoi film l'aspetto "logico" e riflessivo è sempre stato caratteristico.

Tornando alla descrizione dei personaggi, ovviamente non lasciamo da parte Lois Lane, interpretata da Amy Adams, che ben si adatta al ruolo dell'intrepida giornalista nonché donna con un gran bel paio d'attributi, e che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del personaggio di Superman. È proprio grazie a Lois, infatti, che Superman decide di battersi per l'umanità, è lei che dona speranza all'Uomo d'Acciaio mostrandogli che anche gli umani sono pronti a fare del bene, aspetto che viene messo anche in risalto dal giornalista Steve Lombard e il capo redattore Perry White, interpretati rispettivamente da Michael Kelly e Laurence Fishburne.
Per quanto riguarda i nemici, mi dilungherò in particolar modo su Zod e Faora, come giusto che sia, senza però dimenticarci di altri personaggi ben riconoscibili quali Jax-Ur e quello che io ho attribuito a Non, il bruto che accompagna Faora nella battaglia a Smallville. E parlando proprio di Faora, poco prima di vedere il film, ho letto parecchie lodi sull'interpretazione di Antje Traue e non posso far altro che aggiungermi al coro. Non è solo per il fatto che il personaggio di Faora sia ben riuscito, e nemmeno perché praticamente massacra Superman per buona parte del film, ma è l'interpretazione. Malvagia, senza morale, letale, stronza fino all'osso, e tutto questo traspare alla perfezione nelle espressioni dell'attrice, che dona al personaggio più credibilità. E Zod, invece... davvero, non ci sono parole. Fa quasi dimenticare l'ottima interpretazione di Terence Stamp in Superman II. Michael Shannon e Antje Traue sono due dei migliori cattivi apparsi sul grande schermo proprio grazie alle loro interpretazioni, coinvolgenti e malvagie al punto giusto.


Lì dove trama, effetti visivi e cast sono stati eccellenti, non è da tralasciare l'aspetto comparativo tra cinema e fumetto. Personalmente, sono il primo che cerca di non fare comparazioni, in quanto un film non potrà mai rispecchiare totalmente un fumetto o libro che sia, tutto ciò che si può fare è adattare, e talvolta va anche reinterpretare. E qui, le reinterpretazioni non mancano, a partire dalla visione di Krypton data da Zack Snyder, che è tutt'altro che orribile. Un misto tra un luogo altamente tecnologico a puramente fantastico, popolato da creature che sembrano sbucate da un racconto fantasy e da un design decisamente moderno e che sa dare quella sensazione appunto di 'alieno'. E non solo nella caratterizzazione del pianeta, ma anche dai costumi, dal design delle navette, e da come viene descritta la società kryptoniana. Dal punto di vista della trama, la storia di Superman non subisce molte variazioni, se non nella faida tra Zod e Kal-El, con il primo deciso ad impossessarsi del codice genetico kryptoniano racchiuso nelle cellule di Superman. Infine, potrei benissimo sbagliarmi, ma la scena in cui Superman va in chiesa a confessarsi con il prete mi ha ricordato parecchio la mini-serie Per il domani scritta da Brian Azzarello, che sia una citazione voluta o no, rimane comunque una delle scene chiave per il film.

Non mancano, poi, gli easter egg che rimandano alla LexCorp e a Batman, precisamente nella scena del combattimento tra Zod e Kal-El nello spazio quando entrambi finiscono su di un satellite che porta su il logo delle Wayne Industries. Per non parlare del robot Kelex, anch'esso citato nella scena su Krypton, mentre a quanto pare, c'è anche un easter egg riguardo Booster Gold, ma quello ammetto di essermelo perso. Per concludere, passiamo ad un ultimo aspetto della pellicola, precisamente nel finale, e qui vi consiglio di smettere di leggere questo paragrafo, se non volete rovinarvelo. Come è stato abbastanza chiaro durante tutto il film, Superman alla fine decide di combattere per l'umanità, seguendo il sogno del suo padre kryptoniano di unire il meglio delle due razze, e il suo ultimo atto che consoliderà il suo status di salvatore della Terra è quando uccide il suo nemico che a sua volta sta per uccidere degli esseri umani. Un lato di Superman che raramente è stato mostrato in ogni sua interpretazione. Il gesto che compie, tuttavia, non è per niente facile da affrontare per Clark, il quale è visibilmente scosso, nonostante lui abbia agito per salvare delle vite, e a dimostrazione del suo dolore per quell'atto estremo, non a caso arriva Lois a consolare Superman. Certamente, questo andrebbe a spezzare l'unica regola di ogni supereroe, anche se oggigiorno tale regola è messa in atto solo da pochi, ma dal punto di vista del film e del senso che gira attorno ad esso, non si spezza nulla. Superman rimane ancora l'eroe che deve ispirare l'umanità a dare il meglio di sé.


Man of Steel, in linea di massima, è un film veramente fatto bene, mantiene il ruolo di Superman intatto, e trasmette alla perfezione il suo messaggio. Per quanto riguardo l'impatto visivo, non c'è motivo di dibattere: costumi, effetti speciali e le espressioni degli attori riescono a coinvolgere in una maniera a dir poco perfetta. Ho trovato solo poche pecche nella pellicola; una è legata alla velocità in cui tutto avviene, certo il tutto è facilmente riconducibile utilizzando la logica, però dà come l'impressione che tutto avvenga in fretta, e poi, la scena dell'uragano a Smallville l'ho giudicata un po' troppo forzata, come se fosse un'esagerazione, e sono sicuro che quando la vedrete capirete il mio punto di vista. Infine, dopo aver speso tante parole sul resto del cast, di certo non mi stavo dimenticando del protagonista; nonostante per la prima volta Superman sia stato interpretato da un attore non americano (Henry Cavill è inglese), esso è adattissimo al ruolo, tanto che spero di rivederlo in futuro in un sequel. Sequel che sarà molto probabile, in quanto pare che in caso di riscontro positivo da parte del pubblico ne avrà almeno due (andando a formare una nuova trilogia, insomma), e il film finora nella prima settimana ha incassato 116 milioni di dollari solo negli USA. Quindi ci sono buone speranze, anche se devo ammettere che il mio sogno sarebbe un film sulla Justice League. Nel frattempo, invece di fantasticare, vi consiglio di dare una chance a L'Uomo d'Acciaio, un film che sicuramente piacerà ai fans dell'azzurrone e a chi ricerca un buon cine-comics un po' più impegnato rispetto a quelli in circolazione finora!

Penulis : Danjel ~ Sebuah blog yang menyediakan berbagai macam informasi

Artikel Review: Man of Steel ini dipublish oleh Danjel pada hari venerdì 21 giugno 2013. Semoga artikel ini dapat bermanfaat.Terimakasih atas kunjungan Anda silahkan tinggalkan komentar.sudah ada 1commenti: di postingan Review: Man of Steel
 

1 commenti:

nosferatu ha detto... | 13 febbraio 2014 alle ore 18:35

se mi permetti, il film soffre di diversi problemi: come la morte del padre che trovo ridicola(tornado, rimane incastrato con il cane che si libera da solo, dissolvenza nel vento...) in cui evita di salvarlo per mantenere il suo segreto(in antitesi con la mentalità di superman), il fatto che vogliano kryptoformare la terra, ma che perderebbero i loro poteri, lo scontro finale con due personaggi difficili da distinguere, la moste finale resa troppo semplice per superman. non che non apprezzi zod e faora, e che lois capisca subito chi è clark kent, anzi, ma si può dire che sia un buon cinecomics ma un pessimo film su superman.