Sono state numerose le letture che mi sono passate tra le mani in questi ultimi mesi, e alcune anche ben lontane dal genere supereroistico americano, ma come potrei abbandonare definitivamente la DC? Non posso, per quanto possa allargare i miei orizzonti, non l'ho mai 'tradita' del tutto, ma devo dire che mi son concentrato più su vecchie letture che su quelle nuove (come i Giovani Titani e Deathstroke di Pérez, o la Justice League di Waid e Morrison), in quanto questi Nuovi 52 non mi stanno affatto stimolando, salvo alcuni casi, come Flash, Wonder Woman, Animal Man, Terra 2, e quella di cui andrò a parlare in questa review: Batwoman.
Oggi, 1 novembre e festa di Tutti Santi, nella mia piena asocialità, ho dedicato l'intera giornata alla lettura, e avendo recuperato dalla mia casella in fumetteria alcuni numeri arretrati, ho rimesso mano sui numeri 4 e 5 di Batwoman, testata che seguo regolarmente e che non ho deciso di interrompere come tante altre dei Nuovi 52. Ma per rinfrescarmi un po' la memoria, ho letto di fila tutti e 5 i numeri, perciò con la memoria fresca fresca, ho deciso di scriverne una recensione. Sì, perché Batwoman è una serie che non deve assolutamente mancare, sul vostro scaffale! La storia, interamente curata da J.H. Williams III e W. Haden Blackman (con il primo che ne cura anche i disegni, nei primi e in alcuni numeri) si divide al momento in tre parti: Idrologia, Affogare il Mondo e Le più forti del mondo (World's Finest, ricorda qualcosa?) più una quarta ancora in corso negli Stati Uniti, This Blood is Thick, e narra in maniera molto lineare e scorrevole le vicende della rossa Kate Kane, ex soldato radiata dall'esercito per essere omosessuale e vigilante che, attenzione, non è affiliata a Batman. Sì, perché il personaggio di Batwoman è ben diverso dagli alleati del pipistrello, ed è esattamente la sua controparte femminile: autoritaria e maniaca del controllo, ha sotto la sua ala protettiva la cugina Bette Kane (Flamebird dei Giovani Titani), la quale viene trattata con molta freddezza da Kate, che addirittura la definisce "cadetto", mostrando un continuo distacco. Questo perché, proprio come il Batman della 'dark age', Batwoman è un guerriero solitario. Il "suo Alfred" è il tormentato padre Jacob Kane, con il quale non vive affatto un buon rapporto, a seguito degli avvenimenti narrati precedentemente al reboot, sulle pagine di Detective Comics. Su quelle pagine, faceva ritorno una figura molto legata a Kate Kane, ovvero la gemella Elizabeth impazzita e al controllo della Religione del Crimine; il padre Jacob ne era a conoscenza, ma aveva tenuto nascosto il fatto alla figlia, e per questo il rapporto tra i due si incrina. Questi avvenimenti, che vengono continuamente citati all'interno della serie, sono raccolte in un unico volume, ovviamente pubblicato da Lion, e già reperibile in fumetteria.
Quanto vi troverete tra le mani il volume di Batwoman, sapete che ciò che state leggendo non sono frutto di storie che avranno una breve conclusione, ma sono fatte per essere portate ad una trama molto più complessa e ben articolata, e ogni evento non è affatto casuale: dalla presenza di Batman che le chiede di unirsi alla Batman Inc., all'incontro con Cameron Chase e Bones del D.E.O. (Dipartimento Operazioni Extranormali), personaggi ricorrenti nelle trame della testata. In questi primi 5 volumi, il fulcro centrale della storia gira attorno ad una nuova gang che di fatto sgomina l'intera Religione del Crimine prendendo il controllo di Gotham attraverso dei sortilegi magici che si alimentano delle superstizioni degli abitanti della città. Ovviamente, vengono messe in risalto anche le relazioni di Kane con il padre Jacob, la cugina Bette e il suo interesse amoroso e detective della polizia di Gotham, Maggie Sawyer (vecchia conoscenza, dell'Universo DC). A fronte di trame molto articolate e dinamiche, c'è anche una caratterizzazione dei personaggi veramente ben fatta; nessuno, e intendo nessuno dei personaggi è messo da parte, e la loro psicologia non è da meno, nonostante il tutto giri attorno al personaggio di Kate. Non mancano infine i colpi di scena, assolutamente non buttati a caso, forse un po' scontati ma che danno un input in più a voler continuare a leggere. E ovviamente, la punta di diamante di questa serie: il team up con Wonder Woman, uno dei meglio riusciti negli ultimi anni, non tanto per ciò che viene raccontato o la caratterizzazione (comunque assente, quasi solo accennata), ma proprio perché dà quella sensazione di 'epicità' alla storia, dandogli una marcia in più.
Ma c'è da dire che l'unica cosa per cui veramente merita questa testata, sono i disegni, strutturate completamente in intere tavole da due pagine, come delle splash pages, lasciando pochissime pagine all'impaginazione classica. L'impatto visivo che rende questa testata unica è veramente forte, tanto anche da dare uno stile di narrazione diversa a ogni capitolo. In Hydrology, curato interamente da J.H. Williams III, c'è un voluto distacco tra pagine singole e tavole a due pagine, e offre una narrazione lineare, raccontando gli eventi nell'ordine in cui essi avvengono; diversamente accade nella seconda parte, To Drown the World (disegnato, anche in maniera goffa devo dire, da Amy Reeder Hadley) invece presenta pagine singole con vignette molto larghe, e la storia si sposta di personaggio in personaggio facendo numerosi salti temporali, che comunque non stonano e sono facili da seguire (sempre se non si soffra di qualche deficit d'attenzione). L'ultima parte, World's Finest, invece offre numerose tavole a due pagine, o a pagina singole ma con disegni che coprono tutta la pagina per offrire al lettore proprio quella sensazione di 'epicità', sulla quale la trama ne sposta i toni, concentrandosi maggiormente sui pensieri dei protagonisti (a discapito degli enormi disegni, c'è molto da leggere!). Per finire, sul numero zero (presente nel quarto volume) ancora una volta si cambia stile, e ai disegni torna J.H. Williams III, distaccandosi nettamente dallo stile della storia principale. Di fatti, in quella che narra le origini di Kate Kane, c'è un vero e proprio rifacimento di Batman: Anno Uno, con Williams che ripropone addirittura lo stesso stile di disegno di David Mazzucchelli. Varietà, quindi, è la parola d'ordine per questa serie. Non c'è il rischio di incappare in una storia monotona, e anzi, ogni capitolo ha uno stile di narrazione a sé stante, che non è di nessun peso al lettore.
In conclusione, come già ribadito, Batwoman non è una lettura da lasciare in disparte, anzi: è una testata che va assolutamente letta, una delle più belle di questo reboot della DC Comics, con protagonista uno dei migliori supereroi creati negli ultimi 10 anni (sebbene Kate "Batwoman" Kane sia alla sua seconda o terza incarnazione). Non vi basta tutto ciò? A quanto hanno lasciato trapelare gli spoiler, si prevede uno scontro tra la rossa Kate e Batman... ne vedremo delle belle!