Uno dei motivi principali del perché ho aperto questo blog, è stata per pura voglia di fare qualcosa di diverso dai soliti dove ormai tutti si improvvisano critici nel senso che criticano qualsiasi cosa, dove recensioni e/o considerazioni positive si contano sulle dita di una mano. Io non mi reputo uno di quelli che hanno da ridire su tutto, se una storia non mi piace passo avanti, o comunque preferisco dare una chance per capirci meglio. Quante volte qualcosa inizia con il non piacere, per poi sfociare in qualcosa di stupendo? La serie Arrow ne è un esempio, così come lo story-arc di Flash dopo il reboot. Insomma, di solito preferisco non lanciarmi mai in considerazioni totalmente negative, però questa volta sento di volermi liberare di un peso, perché ciò che sto per "criticare" mi sta particolarmente a cuore. Si tratta di lui... Batman.
Non mi lancerò di certo in una descrizione dettagliata del personaggio. Sul serio, c'è bisogno che lo introduca? È quasi impossibile non conoscere Batman, anche se non si è mai visto un film o letto un fumetto, tutti conoscono Batman. Già. Un supereroe senza poteri, un umano, che ha spinto il suo corpo e la sua mente fino alla perfezione umana... ma ci piace questo Batman? Voglio dire, quello infallibile, che risolve ogni caso, che mai e poi mai si arrende... forse a molti piacerà. Ma a me, no.
Sia ben chiaro, non odio Batman, non sono uno di quelli che critica per sport, e "mi fa male" parlarne in questo modo, ma è la verità. Io sono sempre stato d'accordo con la figura di Batman un po' controversa, e un po' spaccona di fronte agli occhi dei suoi colleghi supereroi, d'altronde lui è Batman, è un semplice uomo in mezzo a dei veri e propri dèi, non può mostrare insicurezze, deve dimostrare, non tanto agli altri ma a sé stesso, che quello che fa è sempre giusto. E a dimostrazione di ciò, ci sono state storie che ce lo hanno confermato, come Tower of Babel o Il Progetto O.M.A.C., dove in entrambi i casi ha agito seguendo delle sue regole morali che agli occhi di altri possono essere alquanto discutibili. Ma quando la figura stessa di Batman, arrogante e infallibile, viene trasportata nelle sue storie? Quando non sono più gli altri eroi a vedere Batman come un uomo arrogante e pieno di sé, ma il lettore? È questo il Batman che è veramente?
Holy Hygene, Batman! - Le molteplici vite di Bruce Wayne.
Lo ammetto, il titolo di questo paragrafo non è dei migliori, ma c'è un motivo per cui ho scelto di citare la catchphrase di Robin della serie degli anni '60. Sì, perché è giusto far rendere conto che il sottoscritto non vuole scrivere una critica basata sul nulla. Di Batman esistono svariate versioni, a partire da quella di Bob Kane (il padre di Batman, colui che lo ha creato) per arrivare alla versione moderna basata sulla caratterizzazione data da Grant Morrison. Il Batman di Kane, quello originale, era un Batman che non si preoccupava se un criminale qualsiasi cadeva da un tetto, per lui era quello che si meritava. Era cattivo, spietato. Totalmente diverso dalla sua successiva versione, quella della Golden Age, molto ben lontana da ciò che aveva avviato Bob Kane. In quelle storie, affiancato da Robin, Batman fungeva più da figura paterna che da vigilante mascherato. Insieme si divertivano a pestare criminali, e inutile dire che in quell'epoca era molto frequente leggere storie ai limiti del ridicolo, come "The Rainbow Batman", il Batman arcobaleno. Insomma, Batman ha avuto la sua parentesi totalmente insensata anche se dalle storie di quell'epoca si può comunque trarre qualcosa di buono. Ma la versione migliore, a detta di molti, è quella della Silver Age dove ritroviamo il Batman di Bob Kane, quello originale, cupo, spietato e solitario. Infine c'è il Batman dell'era post-Crisi, il mio preferito. Il Batman protagonista di saghe epiche come Knightfall, Contagio, Terra di Nessuno e la saga di Bruce Wayne: Assassino?. Esattamente, perché mi piace QUEL Batman? È una domanda che trova una risposta semplicissima: perché lì è semplicemente un umano. Batman non è Superman, non può volare e non è dotato di un anello del potere, né tanto meno può correre alla velocità della luce. Batman si presenta agli altri come un essere infallibile, come giusto che sia, ma nelle sue storie si vede esattamente l'uomo dietro la maschera. Le sue insicurezze, paure, la sua psiche demolita dal momento in cui ha indossato il mantello e si è scontrato con i pazzi di Gotham.
Non sono qui che acclamo il realismo, e nemmeno lo pretendo nelle storie di Batman. Non sono un fan di Nolan, anche se Batman Begins mi è piaciuto molto e ho trovato il suo approccio realistico all'universo di Batman interessante. Ma ciò non vuol dire che sono "uno di quelli". Batman vive in un mondo dove un alieno di un pianeta morente è atterrato sulla Terra e si proclama il suo campione, dove una donna Amazzone dotata di un lazo della verità affronta creature mitologiche, e dove un principe egizio reincarnato volteggia nei cieli con le sue enormi ali, per intenderci, e ciò giustifica il fatto che Batman possa affrontare uomini d'argilla, uomini-rettili o donne che hanno l'assoluto dominio sulle piante. Sia chiaro, io AMO Batman. Amo i suoi nemici, le sue ambientazioni, nonostante gli alti e bassi della sua storia editoriale, ma il Batman moderno, riscritto da Grant Morrison e proseguito seguendo lo stesso filone iniziato da quest'ultimo non mi piace. Il perché l'ho scritto su: al lettore viene mostrato Batman esattamente come gli altri eroi lo vedono - arrogante, sicuro di sé da far schifo, come se ormai quella sua umanità non venga più messa in risalto, e se accade è per esaltare ancora di più la sua figura da "eroe infallibile". Ne è un esempio il corrente story-arc pubblicato dalla RW Lion facente parte dei Nuovi 52, La Corte dei Gufi, dove vediamo il solito Batman risolvere ogni tipo di indizio senza il minimo sforzo psicologico per poi ritrovarsi nel numero successivo come un uomo impazzito senza motivo che corre in un labirinto senza via d'uscita, solo per esaltare la storia, il nuovo nemico, ma senza un briciolo di sviluppo. L'unico filone che segue è: Gotham è la mia città, non è dei Gufi, io li fermerò. Okay. Passando oltre, per quanto riguarda la run di Morrison, voglio essere totalmente sincero: ho trovato l'idea di introdurre Damian geniale, e nel complesso il resto era azzeccato e aveva una logica, così come il passaggio del mantello a Dick Grayson, ma è stata la costruzione della storia che non andava bene, sempre secondo me. In tutto questo, il personaggio di Batman dietro le sue storie è diventato banale, tanto da poter descriverlo con la sua solita frase "Io sono Batman", o con quella più iconica, tanto demenziale quanto arrogante "I'm the Goddamn Batman". Sono un lettore che prende tutto alla leggera, e predilige l'humour e la demenzialità, anche con Batman, ma ricorrere all'epicità con lui, non ha senso, e con questo non voglio dire di preferire Batman Odyssey a La Corte dei Gufi, preferirei lo stesso story-arc ma costruito un po' più decentemente, un po' più psicologico.
Nonostante ciò, continuo a leggere Batman, e provo realmente a farmelo piacere, ma la verità è che purtroppo non ci siamo, quel Batman cupo, solitario, che allontanava chi gli stava accanto perché ossessionato dalla sua missione, è sparito. Ho tirato un respiro di sollievo quando quello stesso Batman l'ho ritrovato in un altro personaggio, Batwoman (un altra serie che consiglio vivamente, a proposito), ma ciò è un contentino. Tutto ciò che oggi c'è di Batman, non mi piace (a parte Damian). Batman Inc. è qualcosa che non ho mai letto e non ho intenzione di farlo, perché l'idea di base non mi piace. Forse sono solamente legato alle origini, forse perché con il vecchio Batman mi ci rispecchiavo, o forse entrambe. Ho avuto l'occasione di leggere, tra l'altro, Batman: Terra Uno di Geoff Johns (scrittore che adoro), dove ha presentato Batman sotto un'ottica totalmente differente, facendolo diventare addirittura un ragazzino viziato con dei seri problemi psicologici, a modificando spessore e ruoli di personaggi vari, oltre che gli avvenimenti stessi, ma nonostante a scriverlo fosse Geoff Johns, nemmeno questa mi è piaciuta. Perché? Perché si tende a stravolgere la figura di Batman, perché dietro ci deve essere per forza la figura di un mito, una leggenda. Magari sì, sono legato alle origini, al vecchio Batman, ma è anche vero che parlando di Batman ci troviamo davanti a un personaggio sfruttato al massimo e che forse non ha più nulla da dare. Anche se io non voglio crederci, perché c'è un Batman che può funzionare sul serio, un Batman che non deve apparire "figo" per battere il cattivo. Ci vuole un Batman umano, infallibile e leggendario sì, ma sempre agli occhi degli altri; perché Bruce Wayne è prima un uomo con la psiche a pezzi, e infine è quella leggenda chiamata Batman.
Forse mi consolerò l'anno prossimo, con il crossover Death of the family, in corso negli USA proprio in questo periodo, che vedrà il ritorno di Joker dopo che Dollmaker, nel numero 1 di Detective Comics, gli ha tagliato la faccia, e a cui ho dato un'occhiata veloce e sembra proprio niente male. Che sarà Joker l'unico personaggio a salvarsi dal ridimensionamento di Batman? Se non altro, il Joker non è ancora ai livelli di esaltazione di Batman, per quello ci pensano i fan del Joker di Heath Ledger. Death of the Family sarà qualcosa che forse porterà innovazione nelle testate di Batman, o forse no, ma i presupposti su cui è iniziato lo story-arc sono interessanti, quindi continuerò a sperare per un Batman migliore.
Male che vada, ritroveremo Bruce Wayne raccontarci aneddoti mentre mangia banane...
...e rimanendo in tema di "Odissee", c'è un'altra Odyssey di cui ho intenzione di parlare prossimamente. Una lettura interessante che scava a fondo nelle molteplici origini di un altro grande personaggio: Wonder Woman.
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